1 Aga Ta ütles ka Oma jüngritele: „Oli keegi rikas mees, kellel oli majapidaja, ja seda oli tema ees süüdistatud, nagu pillaks see tema vara.

2 Ta kutsus tema ja ütles talle: Kuidas ma seda kuulen sinust? Tee aru oma majapidamisest, sest sa ei v

3 Aga majapidaja m

4 Ma tean, mis ma teen, et kui ma majapidamisest lahti saan, mind vastu v

5 Ja ta kutsus enda juure igaühe oma isanda v

6 See ütles: Sada vaati

7

8 Ja isand kiitis seda ülekohtust majapidajat, et ta arukalt oli teinud, sest selle maailma lapsed on oma sugup

9 Ja Mina ütlen teile: Tehke endile s

10 Kes ustav on k

11 Kui te nüüd ülekohtuses mammonas ei ole ustavad olnud, kes v

12 Ja kui te v

13 Ūkski sulane ei v

14 Aga seda k

15 Ja Ta ütles neile: „Teie olete need, kes endid teevad

16 Käsu

17 Aga kergem on, et taevas ja maa hukka lähevad, kui et üks täheke käsu

18 Igauks, kes oma naise enesest lahutab ja v

19 Oli üks rikas mees. See riietus purpuri ja kalli l

20 Aga üks vaene, Laatsarus nimi, oli maas tema värava ees täis paiseid

21 ja püüdis oma k

22 Siis sündis, et vaene suri, ja Inglid kandsid ta Aabrahami sülle. Aga ka rikas suri ja maeti maha.

23 Ja kui ta p

24

25 Aga Aabraham ütles: Laps, m

26 Ja k

27 Aga ta ütles: Ma palun siis sind, isa, et sa läkitaksid tema mu isa majasse,

28 sest mul on viis venda - et ta kinnitaks neile, et nemadki ei satuks siia piinapaika!

29 Kuid Aabraham ütles: Neil on Mooses ja prohvetid; kuulaku nad neid!

30 Aga tema ütles: Ei mitte, isa Aabraham, vaid kui keegi surnuist läheks nende juure, siis nad parandaksid meelt!

31 Siis Aabraham ütles talle: Kui nad ei kuula Moosest ja prohveteid, ei nad veenduks ka, kui keegi surnuist üles t

1 Gesù diceva ancora ai suoi discepoli: V’era un uomo ricco che avea un fattore, il quale fu accusato dinanzi a lui di dissipare i suoi beni.

2 Ed egli lo chiamò e gli disse: Che cos’è questo che odo di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché tu non puoi più esser mio fattore.

3 E il fattore disse fra sé: Che farò io, dacché il padrone mi toglie l’amministrazione? A zappare non son buono; a mendicare mi vergogno.

4 So bene quel che farò, affinché, quando dovrò lasciare l’amministrazione, ci sia chi mi riceva in casa ua.

5 Chiamati quindi a se ad uno ad uno i debitori del suo padrone, disse al primo:

6 Quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento bati d’olio. Egli disse: Prendi la tua scritta, siedi, e scrivi presto: Cinquanta.

7 Poi disse ad un altro: E tu, quanto devi? Quello rispose: Cento cori di grano. Egli disse: Prendi la tua scritta, e scrivi: Ottanta.

8 E il padrone lodò il fattore infedele perché aveva operato con avvedutezza; poiché i figliuoli di questo secolo, nelle relazioni con que’ della loro generazione, sono più accorti dei figliuoli della luce.

9 Ed io vi dico: Fatevi degli amici con le ricchezze ingiuste; affinché, quand’esse verranno meno, quelli vi ricevano ne’ tabernacoli eterni.

10 Chi è fedele nelle cose minime, è pur fedele nelle grandi; e chi è ingiusto nelle cose minime, è pure ingiusto nelle grandi.

11 Se dunque non siete stati fedeli nelle ricchezze ingiuste, chi vi affiderà le vere?

12 E se non siete stati fedeli nell’altrui, chi vi darà il vostro?

13 Nessun domestico può servire a due padroni: perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si atterrà all’uno e sprezzerà l’altro. Voi non potete servire a Dio ed a Mammona.

14 Or i Farisei, che amavano il danaro, udivano tutte queste cose e si facean beffe di lui.

15 Ed egli disse loro: Voi siete quelli che vi proclamate giusti dinanzi agli uomini; ma Dio conosce i vostri cuori; poiché quel che è eccelso fra gli uomini, è abominazione dinanzi a Dio.

16 La legge ed i profeti hanno durato fino a Giovanni; da quel tempo è annunziata la buona novella del regno di Dio, ed ognuno v’entra a forza.

17 Più facile è che passino cielo e terra, che un apice solo della legge cada.

18 Chiunque manda via la moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio; e chiunque sposa una donna mandata via dal marito, commette adulterio.

19 Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente;

20 e v’era un pover’uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulceri,

21 e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri.

22 Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito.

23 E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno;

24 ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma.

25 Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato.

26 E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possano, né di la si passi da noi.

27 Ed egli disse: Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre,

28 perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento.

29 Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltin quelli.

30 Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno.

31 Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse.